Packaging sostenibile, italiani più attenti all’imballaggio.

Quattro consumatori su 10 attenti all’imballaggio dei prodotti.

La sfida per le aziende:
in Italia solo il 25% dei marchi offre prodotti green.

Altroconsumo: il 55% disposto a pagare di più per la sostenibilità.

Siamo più attenti nello scegliere prodotti con imballaggi green, ma non così entusiasti se bisogna spendere di più. É la fotografia del consumatore italiano presentata al “Packaging speaks green”, evento in corso a Bologna a cura di Fondazione Fico e Ucima, l’associazione confindustriale dei costruttori delle macchine automatiche del settore, di scena al parco Eataly World a Bologna.

All’iniziativa, sponsorizzata da big della ‘packaging valley’ regionale (tra cui Ima, Coesia, Robopac, Sacmi, Marchesini Group, Tetra Pak, Herambiente e Aliplast) partecipano rappresentanti tra gli altri di Coca-Cola, Barilla, Coop, con contributi del Wwf e della Fao, ma sono in particolare le indagini di Nomisma e Nielsen a svelare la direzione presa dai consumatori.

Come spiega Silvia Zucconi di Nomisma, autrice della ricerca sulle scelte di acquisto in Italia, Germania e Usa che apre il convegno, oggi il consumatore è attento alla sostenibilità, anche nel packaging: quattro consumatori su 10 lo considerano, quando scelgono un prodotto. La sfida per le aziende, tuttavia, è un’altra e riguarda il costo che il consumatore è disposto a sopportare per un packaging più sostenibile. “Non c’è questa disponibilità oggi, infatti ben il 41% dei consumatori dice che non vuole pagare nulla di più.

Bisogna quindi che il consumatore sia ‘portato a bordo’, semplificando questa complicata materia in modo che possa comprendere meglio cosa significhi comprare green in termini di impatto sull’ambiente, illustra Zucconi, che aggiunge: “C’è comunque interesse sia per i materiali riciclati sia per quelli prodotti da fonti rinnovabili: occorre però comunicare in maniera semplice, quando si arriva allo scaffale occorre poter ‘capire’ presto”.

In ogni caso, nello stesso studio Nomisma si segnala che il 46% dei consumatori viene influenzato dall’impatto ambientale del pack nella scelta dei prodottidella persona, ad esempio, e che comunque un 48% ha smesso di acquistare prodotti con troppi imballaggi. Un’altra indagine, quella targata Nielsen, stima che il 46% degli italiani, contro però un 52% di media europea, è disposto a rinunciare al design della confezione, mentre il 40% ritiene di poter cambiare marca (rispetto al 46% europeo) sempre a favore di confezioni green.

Inoltre, segnala Nielsen, in Italia solo il 25% delle aziende offre prodotti green, anche se per il 41% degli intervistati “è molto facile” trovarli nei negozi. Il confronto tra 2018 e 2019, poi, dice che sta calando la vendita di plastica monouso (-9%) mentre cresce il mercato del cibo fresco confezionato (+5,2%), che gli italiani associano a velocità di spesa, sicurezza e convenienza.

Nel frattempo anche Altroconsumo registra un cambio di marcia nei consumi. Il 60% degli italiani, secondo un’indagine pubblicata dalla rivista in occasione del Festival del Giornalismo Alimentare, crede che le proprie abitudini alimentari impattino sul Pianeta anche se in realtà solo il 25% fa ‘molta attenzione’ agli aspetti ambientali valutando ad esempio il tipo di imballaggio utilizzato e controllando se il metodo di produzione è sostenibile. Il 55% dichiara di essere disposto a spendere di più per acquistare prodotti sostenibili e il 54% sostiene che il prezzo non è il principale criterio di scelta usato per gli acquisti. La spesa impatta non solo su salute e portafogli, ma anche sull’ambiente: ecco perché Altroconsumo ha intervistato 1.625 persone tra i 25 e i 74 anni distribuite su tutto il territorio nazionale.

Fonte: La Repubblica